Ormai riconosciuto dall’Unesco come una lingua madre, il dialetto siciliano ha una storia articolata che deriva dalle diverse dominazioni che hanno interessato l’isola. Una fusione di dialetti che caratterizzavano le popolazioni che hanno trovato nella Sicilia la loro terra d’approdo, lasciando una traccia del loro viaggiare.
Grazie alla posizione strategica dell’isola, infatti, la Sicilia è stata meta di tante popolazioni che hanno lasciato un’impronta nel vocabolario dialettale. Le diverse invasioni, dai fenici ai greci, dagli arabi agli spagnoli, ha portato ad arricchire secolo dopo secolo la grammatica e la cultura siciliana.
Per questo ancora oggi si discute sulla possibilità di riconoscere il siciliano come una vera e propria lingua. Una decisione mai concretizzata né approvata esplicitamente dalla Repubblica Italiana, ma intanto il dialetto siciliano è oggetto di norme e progetti scolastici, all’interno di sempre più ampi progetti di valorizzazione non soltanto locale. Sono tante le parole quindi che fanno riferimento alle diverse culture che hanno formato l’identità siciliana tanto da considerare il dialetto un idioma a sé.
Ancor prima della colonizzazione greca e quella dei fenici, la Sicilia era occupata dai sicani, elimi e siculi. Per questo si presume che il siciliano possa derivare dalla lingua parlata da questi primi popoli, in particolare degli elimi. Si tratta di lingue indoeuropee di cui se ne è avuta prova grazie a delle iscrizioni ritrovate nell’isola.
Sono più di cinque milioni le persone che parlano il dialetto siciliano nel mondo, non soltanto quelle che vivono nella regione. Può essere considerata una delle lingue maggiormente studiate. È materia di ricerca del Centro di studi filologici e linguistici siciliani con sede a Palermo; nel 2011 il patrimonio linguistico e la letteratura siciliana è stata promossa come materia di studio nelle scuole dall’Assemblea regionale siciliana.
In Argentina è stato istituito il Centro de Estudios Sicilianos presso l’università di Rosario con la cattedra di “Cultura e lingua siciliana”. Ma non solo, esiste anche l’Atlante Linguistico Siciliano e nel 2004 è stata realizzata una versione sicula di Wikipedia.
Non si può dire che la lingua siciliana non trovi le sue radici nella lingua italiana, poiché entrambe derivano dal latino parlato. Il fatto è che le due lingue hanno avuto una storia e un’evoluzione differenti. Furono i normanni ad attuare una rivoluzione linguistica introducendo idiomi e forme linguistiche che ritroviamo nella lingua odierna, ma in realtà ancor prima gli arabi trasformarono profondamente l’identità culturale della Sicilia.
Il siciliano odierno presenta, quindi, diversi strati linguistici, il che conferma quanto il dialetto sia una delle lingue più complesse che merita una sempre rinnovata attenzione da parte di linguisti italiani e stranieri.