Iscritta nella lista del patrimonio mondiale UNESCO, la chiesa di San Cataldo è un meraviglioso esempio di architettura arabo-normanna.

La chiesa di San Cataldo si trova presso piazza Bellini, in posizione sopraelevata e annessa alla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio (la Martorana). La costruzione risale al periodo di dominio normanno di Guglielmo I. La chiesa venne eretta intorno al 1160 per volere dell’ammiraglio Majone di Bari, probabilmente come cappella privata. Dopo la sua morte, le proprietà dell’ammiraglio divennero di demanio regio e nel 1182 la chiesa venne donata ai monaci benedettini di Monreale, che la adibirono a ospizio per gli infermi.

Nel 1787, durante il regno borbonico, San Cataldo divenne parte della Regia Posta, edificata proprio attorno la chiesa. Divenuta deposito per la corrispondenza, rischiò di subire notevoli danni. Fortunatamente, dal 1877 ebbero inizio i lavori di restauro sotto la guida dell’architetto Giuseppe Patricolo, atti a liberare la chiesa dalle sovrastrutture aggiunte nel tempo.

Esternamente, la chiesa di San Cataldo presenta una facciata semplice e severa. Realizzata in pietra arenaria e caratterizzata dalla forma a parallelepipedo, alcune arcate cieche ospitano tre finestroni per ogni lato. Nella parte superiore si trova una merlatura arabeggiante, sopra la quale spiccano le tre caratteristiche cupole rosse, che si trovano in corrispondenza della navata centrale.

Internamente, la chiesa appare austera ma affascinante. È infatti priva di decorazioni, con mattoni a vista. L’unico elemento decorativo è il pavimento a mosaico formato da elementi in marmo, serpentino e porfido rosso intarsiati. La penombra che accoglie i visitatori dona una sensazione di calma e stupore. La tenue luce che penetra dalle finestre (poste sulle cupole e lungo le facciate) crea infatti un’atmosfera suggestiva. La navata centrale è formata da tre campate quadrate, accanto le quali si trovano due piccole navate laterali. I capitelli delle colonne sono stati probabilmente reimpiegati da luoghi più antichi, com’era consuetudine in quell’epoca. Dell’altare si conserva una lastra in marmo bianco, ove sono scolpiti una croce greca e i simboli dei quattro evangelisti (aquila, vitello, uomo e leone). Dal 1937, la chiesa di San Cataldo è sede dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Condividi su: